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Il Natale a Sauris è davvero un momento magico: un periodo dell’anno in cui il tempo sembra fermarsi per lasciare spazio a rituali secolari che hanno plasmato nel tempo la storia e la cultura locale. 

Situato tra le maestose Alpi Carniche, questo è un luogo dove trascorrere le festività natalizie immergendosi nel sapore autentico delle cose semplici, con eventi e celebrazioni che si tramandano da secoli e contribuiscono a rinsaldare i legami nella comunità. 

Durante l’Avvento, e poi per tutte le festività fino all’Epifania, le vie del borgo si animano di canti, luci e gesti antichi, chiamando tutti a esserne parte e vivere un’esperienza davvero unica.

I Santi Portatori di Doni: Santa Lucia 

Le tradizioni legate all’Avvento a Sauris iniziano con l’arrivo dei Santi portatori di doni, figure profondamente radicate nella tradizione cristiana e popolare: nella tradizione europea sono Santa Lucia e San Nicolò, che arriva spesso accompagnato dai temibili Krampus, simboli dell’inverno e delle forze oscure.

Diversamente da quanto accade in altre comunità dell’arco alpino che, come Sauris, hanno radici germaniche, qui non si festeggiava San Nicolò, ma si attendeva l’arrivo di Santa Lucia, la santa della Luce.

La festa della Santa era un’occasione speciale per i bambini: nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, i più piccoli si preparavano lasciando del fieno fuori dalla finestra per l’asinello che accompagnava Santa Lucia, e andavano a dormire speranzosi. Al loro risveglio, trovavano piccoli doni alimentari come frutta secca, mele, arance o mandarini. Vere e proprie delizie, rese ancora più preziose dal fatto che in questo borgo montano gli alberi da frutto non sono presenti: reperire questi doni costava quindi la fatica di procurarseli nelle vallate vicine, se non da molto più lontano. 

Nonostante oggi la figura di Babbo Natale abbia preso il sopravvento, la tradizione di Santa Lucia è custodita nella memoria collettiva, grazie anche a iniziative scolastiche volte a farne conoscere e tramandarne la storia.

De Bainachn: Le Dodici Notti Sante

Dodici sono le notti che vanno dal Natale all’Epifania: spesso denominate “notti sacre” o “notti benedette”, sono considerate in molte tradizioni un periodo magico, da vivere insieme nel calore delle case. Siamo a ridosso del solstizio d’inverno: le notti sono più lunghe e si crea un momento di “sospensione” che invita alla pausa e al raccoglimento. 

Secondo le credenze popolari, durante queste notti potevano accadere eventi magici e fuori dall’ordinario: ad esempio, si racconta che gli animali possono parlare! 

Era anche un’occasione per effettuare rituali di protezione e auspicio, con la comunità che si riuniva per celebrare l’unità e la sacralità di queste giornate speciali.

Il Giro della Stella

Uno dei momenti più suggestivi del Natale a Sauris è il Giro della Stella, una tradizione che ci riporta indietro nel tempo di almeno 4 o 5 secoli. Con tappe diverse nelle tre frazioni del borgo (il 26 dicembre a Sauris di Sotto, il 29 dicembre a Sauris di Sopra e il 31 dicembre a Lateis), un gruppo di cantori percorre le vie del paese, all’imbrunire, portando una grande stella di carta colorata e illuminata che spicca così nel buio. 

I canti che vengono intonati lungo il percorso, tramandati di generazione in generazione, sono eseguiti in un’affascinante commistione di tedesco antico, italiano e persino latino, a testimonianza delle origini storiche lontanissime di questo rituale. Nonostante venissero tramandati oralmente, questi canti sono riusciti ad attraversare quasi indenni il tempo perché spesso venivano trascritti su quaderni personali: ogni cantore aveva il suo libretto, spesso decorato da disegni eseguiti a penna.

Il Giro della Stella è un momento di grande condivisione e spiritualità per la comunità di Sauris, ed è aperto a chiunque voglia unirsi ai cantori o semplicemente seguire il gruppo in questo rituale affascinante.

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“Pisteleasn”, le Questue dei Bambini e il “Veni Creator Spiritus”

Il periodo di Natale a Sauris è anche il momento delle questue dei bambini, che girano per le case del borgo recitando filastrocche e chiedendo in cambio piccole donazioni.

La prima – che in lingua locale si chiama “Pisteleasn” – si svolge il 28 dicembre, per ricordare i Santi Innocenti, i bambini che furono uccisi da Erode. I bambini di Sauris, durante questo giorno, percorrono le vie del borgo fermandosi di casa in casa per recitare una filastrocca e farsi donare degli ingredienti particolari, come patate, farina e uova, che vengono poi messi in comune: tutti i bambini, aiutati dagli adulti, quindi preparano e mangiano insieme degli gnocchi, in un momento di allegra convivialità che rafforza i legami tra gli abitanti.

Il primo gennaio, a Sauris di Sopra, i bambini tornano a visitare le case per augurare buon anno, ricevendo in cambio dolcetti o piccoli regali. Anche questo momento rappresenta, oltre che un rituale di buon auspicio, un’opportunità per rinsaldare il senso di comunità e il rapporto tra le generazioni.

In passato, il giro dei bambini del 1 gennaio veniva svolto anche nella frazione di Lateis, dove andava a intrecciarsi con un altro giro di canti tradizionali: a inizio anno, i Cantori della Stella si fermano infatti davanti a ogni casa intonando il “Veni Creator Spiritus”, un canto che invoca la protezione dello Spirito Santo su ogni abitante del borgo. Le famiglie, in segno di ringraziamento, offrono ai cantori bevande calde e cibo, in un clima di festosa condivisione.

Rituali come questo rappresentano non solo tradizioni importanti per il loro valore storico e culturale ma anche e soprattutto un collante per la comunità: fare gli auguri a tutti, e portare la benedizione dello Spirito Santo agli anziani, a chi ha difficoltà a uscire di casa e partecipare alla vita del paese, alle famiglie che durante l’anno hanno avuto un lutto, o dove si è gioito per una nascita, contribuisce a mantenere saldi i legami tra gli abitanti di Sauris e fa sentire a ognuno il calore e il senso di appartenenza alla comunità. 

I rituali dell’Epifania

Le tradizioni del periodo natalizio terminano con la festa dell’Epifania, il 6 gennaio: in questo giorno, così come durante la sua vigilia, erano diverse le pratiche rituali che avevano come oggetto benedizioni e riti propiziatori. 

Il 6 gennaio offre ancora oggi alle famiglie di Sauris l’occasione per far benedire acqua e cibo, come sale e frutta, simboli tradizionali di abbondanza, che poi saranno consumati a casa come auspicio di prosperità e unione familiare per tutto l’anno a venire. La tradizione di benedire strumenti e oggetti della vita quotidiana si ripeteva in altri momenti dell’anno, in concomitanza con altre feste religiose come la Candelora (2 febbraio) o la Natività di Maria (8 settembre), giorno in cui avveniva la “benedizione del mazzo”: forti di un potere speciale, le erbe che erano state benedette venivano inserite in piccoli sacchetti e cucite all’interno degli abiti, diventando talismani in grado di proteggere chi li indossava. 

Anche se questa usanza a Sauris si è persa, la vigilia dell’Epifania rappresentava un altro momento magico: tra la cenere del focolare domestico si poteva, ad esempio, cogliere un presagio sul futuro, e capire quale andamento avrebbe avuto il nuovo anno.

Da qualche decennio, la vigilia dell’Epifania viene invece movimentata da un evento molto particolare, che rallegra il borgo con la sua atmosfera di festa e irriverenza, anticipando in un certo senso quello che sarà, più avanti, lo spirito del Carnevale: Der Orsch van der Belin è una manifestazione decisamente curiosa che però ha radici nel folklore popolare: oggetto della festa è la “Bélin”, una vecchia che – secondo la tradizione – costringeva i bambini che per la prima volta uscivano dalla vallata, e l’avrebbero incontrata lungo il percorso, a pagare… un insolito pegno. “De must pussn in orsch in der Belin!” si dice da queste parti: volete sapere cosa significa? Venite a scoprirlo di persona, festeggiando con la comunità il 5 gennaio a Lateis!

Sauris: le Tradizioni Recuperate

Molte delle tradizioni che vi abbiamo raccontato in questo articolo, che affondano le proprie radici indietro nei secoli, rischiavano di andare irrimediabilmente perdute: a partire dal secondo dopoguerra, il desiderio di modernità portò a una sorta di “rifiuto” e progressivo abbandono della cultura popolare e delle tradizioni a essa legate. Tuttavia, negli anni ’70, grazie all’impegno di alcuni abitanti di Sauris, del parroco locale e delle associazioni, molte di queste usanze sono state recuperate, tornando a essere un simbolo centrale dell’identità saurana. Grazie all’attività delle associazioni culturali come il Circolo Culturale Fulgenzio Schneider e il Coro Zahre, molto attivi nella valorizzazione di queste tradizioni, possiamo oggi conoscere e apprezzare l’incredibile patrimonio culturale che la comunità possiede.

Orgogliosa della sua storia, Sauris vi invita a vivere in prima persona le tradizioni di questo Natale autentico, partecipando alle tante celebrazioni che vi faranno scoprire il calore di una comunità che ha saputo custodire la memoria del passato e le radici della propria cultura. 

Che si tratti di accompagnare le melodie dei Canti della Stella, condividere i momenti di festa con la comunità o semplicemente immergersi nell’atmosfera del borgo – che in questo periodo si veste di atmosfere da fiaba – il Natale a Sauris è un’esperienza che scalda il cuore e regala un senso di intima connessione che, siamo sicuri, vi farà emozionare!