Un’isola tra le montagne del Friuli Venezia Giulia.
Sauris è indubbiamente uno tra i borghi più affascinanti delle Alpi Carniche: la sua posizione arroccata, a pochi passi dal confine con l’Austria, gli ha permesso di conservare nei secoli tutta la ricchezza e l’unicità di un’identità culturale che lo distingue dagli altri borghi di montagna del Friuli Venezia Giulia.
Der Zahrar Sproche: l’affascinante lingua saurana
Partiamo dall’inizio: lo sapevi che, secondo la leggenda, la comunità di Sauris fu fondata nel 1200 da due soldati tedeschi che si rifugiarono in questa valle isolata e impervia alla ricerca di una vita in equilibrio con l’ambiente alpino?
Come ogni leggenda, anche questa ha un fondo di verità: i primi abitanti di Sauris provenivano sicuramente da paesi germanofoni. A dimostrarlo è la particolarissima lingua ancora parlata qui, che ricalca antichi dialetti del Tirolo e della Carinzia. Mentre in Austria e Germania il tedesco si è evoluto nel tempo, i discendenti dei primi abitanti di Sauris, senza contatti con la terra d’origine e influenzati dal dialetto friulano-carnico delle vallate circostanti, continuarono a parlare la loro lingua originaria, ormai cristallizzata nel tempo. Per chi arriva oggi da Austria e Germania, il saurano è quindi un tuffo nel passato, poiché simile alla lingua che parlavano i suoi antenati, oltre otto secoli fa!
Anche per questo motivo, la lingua saurana è riconosciuta e tutelata dallo Stato italiano e dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, e valorizzata da tante iniziative a livello locale. Vuoi impararne anche tu qualche parola? Oltre ai corsi che vengono organizzati dalla comunità di Sauris per chiunque voglia avvicinarsi a questa lingua, esiste anche il Vocabolario Saurano (Zahrer Wörterbuch) su cui studiare!
Il Carnevale di Sauris
Tra le tradizioni più affascinanti di Sauris ci sono sicuramente quelle legate ai festeggiamenti del Carnevale (“Der Zahrar Voschankh”) con le sue tipiche maschere intagliate nel legno.
Scegli la tua, tra le “scheana schembln” (maschere belle) e le “scheintena schembln” (maschere brutte) e partecipa ai laboratori di scultura del legno, tenuti dal Maestro Ermanno Plozzer, per dar corpo al tuo personaggio preferito: la tradizione prevede che, senza una maschera che ti renda irriconoscibile, non potrai partecipare alla festa!
L’unico personaggio del Carnevale saurano che fa eccezione a questa regola, e si mostra a volto scoperto, è quello del RöLAR: con il viso sporco di fuliggine e i campanacci legati alla cinta, passa di casa in casa per richiamare le maschere ai festeggiamenti, dando il via al Carnevale. Insieme a lui c’è il KHEIRAR, il Re del Carnevale di Sauris: con la sua caratteristica scopa di saggina spazza via le fatiche dell’inverno da case e strade, facendo spazio per nuove energie.
Con le due maschere in testa, un suggestivo e colorato corteo si snoda attraverso il bosco, da Sauris di Sopra fino a Sauris di Sotto, alla luce delle lanterne. Lungo il percorso, immancabile una sosta per accogliere le maschere con un falò di buon auspicio, e ristorarsi con vin brulè e frittelle prima di riprendere il cammino fino al paese.
Tradizioni religiose
Il periodo tra Natale e l’Epifania è caratterizzato da numerose tradizioni che si perdono indietro nel tempo: nel “Giro della Stella”, i saurani percorrono le varie borgate portando una stella colorata e illuminata, e intonando antichi canti augurali in tedesco antico, italiano e latino (sono gli “Stearnliedlan”, i Canti della Stella).
A Pasqua, i bambini girano per le strade con le loro chiassose raganelle (kretschars e tovln), il cui strepito si sostituisce al suono delle campane che nelle chiese commemorano la Passione e Morte di Cristo. Particolarmente suggestiva è la Via Crucis del Venerdì Santo, a Sauris di Sopra, durante la quale viene portata in processione la croce con i simboli della Passione.
Un’altra tradizione radicata nei secoli, e recuperata negli ultimi decenni, è il pellegrinaggio al santuario carinziano di Maria Luggau, che ha luogo nella terza settimana di settembre: il percorso a piedi si snoda attraverso la Val Pesarina e la vallata di Sappada, dove tutti i pellegrini provenienti dai vari paesi si uniscono per raggiungere insieme il santuario nel Lesachtal.
Le botteghe artigiane a Sauris
Una delle tradizioni artigiane ancora presente a Sauris è quella dell’intaglio e della lavorazione del legno: oggi è il laboratorio LEGNOSTILE dei fratelli Plozzer a realizzare, unendo lavorazioni moderne e tecniche tradizionali, opere di carpenteria, utensili, mobili e bellissimi oggetti intagliati, come le tradizionali “dàlmine” (gli zoccoli di legno, in saurano khöispn) e le maschere del carnevale.
Un’altra arte ancora viva è la tessitura artigiana: a Sauris di Sotto puoi andare a curiosare nel laboratorio BEIBARHAUS (nella lingua saurana Beibar è il tessitore, Haus la casa), ospitato in un’antica segheria di pietra e legno, dove si lavora ancora con il telaio a mano per realizzare preziosi oggetti come tappeti, arazzi, centrotavola, sciarpe, mantelle e coperte.
L’architettura tipica di Sauris
A Sauris, gli edifici più antichi e tipici sono realizzati con le risorse maggiormente disponibili sul territorio: la pietra, usata principalmente per il piano terra/seminterrato, e il legno usato invece per i piani sopraelevati, costruiti con l’antica tecnica del “Blockbau”, che prevede l’utilizzo dei tronchi degli alberi interi, incastrati agli angoli dei fabbricati per creare una struttura particolarmente solida. Non possono poi mancare i balconi in legno, colorati da gerani rigogliosi!
A partire dagli anni ’80, nell’ambito del cosiddetto “Progetto Sauris”, molti dei rustici saurani sopravvissuti al terremoto del ‘76 sono stati recuperati con un restauro sapiente in grado di mantenere intatte le caratteristiche architettoniche originali. Alcuni di questi edifici oggi ospitano gli alloggi dell’Albergo Diffuso Sauris.
Musei a Sauris
Vuoi immergerti nella storia saurana e scoprire tutto sulle tradizioni e la cultura della comunità? Allora puoi visitare il Centro Etnografico di Sauris “Haus Van Der Zahre”: situato in un edificio tipico in pietra e legno, a Sauris di Sopra, nasce per documentare gli aspetti peculiari della cultura locale, con esposizioni sia permanenti che temporanee.
La canonica di Sauris di Sotto ospita, invece, il Centro Storiografico di Sauris – Museo di Sant’Osvaldo. Il Centro racconta la storia della comunità saurana, in particolare per ciò che ruota attorno al culto di Sant’Osvaldo, a cui è dedicato l’omonimo santuario che nel XVII e XVIII secolo fu un centro devozionale importante per tutta l’area veneto-friulana. Conserva pergamene del ’400 e del ’500, provenienti dall’Archivio parrocchiale, insieme ad argenterie, ex voto e vari oggetti liturgici come paramenti, croci astili, calici, candelieri e reliquiari, tra cui quello del ’600 contenente la reliquia di Sant’Osvaldo.
Le Chiese e il Santuario
A Sauris, ogni borgata ha la sua chiesa: le due principali, custodi di veri e propri tesori d’arte e di fede, sono il Santuario di Sant’Osvaldo, a Sauris di Sotto, e la Chiesa di San Lorenzo, a Sauris di Sopra.
Le prime testimonianze di un edificio dedicato al culto di S. Osvaldo, che fu introdotto verosimilmente dai fondatori della comunità di Sauris, arrivati dall’Austria, risalgono già alla metà del 1300; nel ’600 e nel ’700 il santuario di S. Osvaldo a Sauris divenne uno dei centri devozionali più noti e prestigiosi della Repubblica Veneta, meta di centinaia di pellegrini provenienti dal Friuli, dal Cadore, dalle città del Veneto e in particolare da Venezia. Per poter ospitare tutti i fedeli, l’edificio fu più volte ampliato e rimaneggiato nel corso dei secoli. All’esterno la struttura è caratterizzata dal campanile con una guglia a cipolla.
La chiesa dedicata a S. Lorenzo, eretta agli inizi del ’500 su un pendio a valle dell’abitato di Sauris di Sopra, si presenta come una tipica chiesetta alpina di stile gotico tedesco. L’interno conserva due pregevoli altari lignei.